Per quale motivo devo avere Pro Tools in studio di registrazione?


AVID PRO TOOLS 12

Esistono tantisime Daw, ma perchè si tutilizza quasi sempre Pro Tools nei contesti professionali?
Si protrebbe rispondere che è il più intuitivo, il più semplice da utilizzare, il più stabile, il più... e si potrebbe continuare a lungo.. Ma la risposta reale è ben diversa. Che piaccia o no, Pro Tools, ormai giunto alla stesura di questo articolo alla versione 12, è ben più di una semplice daw; è divenuto di fatto un linguaggio comune in tutti gli studi di produzione che hanno clientela professionale di alto livello. E' un linguaggio comune che permette una facile interscambiabilità delle sessioni di lavoro tra i vari studi del mondo, favorendo la massima flessibilità di lavoro al progetto del cliente. Nella mia vita professionale, dagli inizi (oltre 25 anni fa..) ad oggi, ho utilizzato diverse daw; cubase, Logic Pro X, Ableton Leve, Sonar, ecc.. ma nessuna in effetti mi ha mai messo a disposizione l'indubbia qualità offerta dal software di casa Avid.
E non sono il solo a pensarla così.
Personalmente, in funzione del lavoro commissionato dal cliente, non utilizzo sempre Pro Tools dall'inizio alla fine della lavorazione; ad esempio se devo sviluppare un progetto di musica elettronica o anche affiancare il cliente nella stesura di un arrangiamento musicale del sopracitato genere, o hip hop, piuttosto che deep house, senza ombra di dubbio inizierei la pre-produzione su Ableton Live 10!
Da quel punto di vista nessuno è come lui!
Ma poi per la finalizzazione, alcune fasi di mixaggio e soprattutto per le fasi finali di mastering, se voglio ottenere risultati paragonabili a quelli di altri produttori internazionali, devo necessariamente e ribadisco necessariamente, finalizzare il lavoro su Pro Tools! Punto!
Perchè? Il motore audio è tutta un'altra storia; la headroom a disposizione è tutta un'altra storia, il processamento dei segnali e non per ultima l'eccelsa qualità d'esportazione finale, è tutta un'altra storia! E non mi sono mai mai pentito della scelta!
Ma al di là delle mie personali idee riguardo, date "soltanto" da oltre 25 anni di lavoro nel settore dell'audio professionale e dal fatto che insegno Pro Tools in università (Master Ingegneria del suono - Università degli studi Tor Vergata), questa daw è senz'altro la più diffusa negli studi di produzione professionale di tutto il mondo e non conoscerla significherebbe precludersi tantissime opportunità di lavoro.

Una buona notizia! Potete averlo gratis!

Come? Semplicissimo!
1)Andate sul sito dell'AVID e createvi un account (www.avid.com)
2) Scaricate la versione FIRST di Pro Tools
3) Createvi un account gratuito sul sito iLok (www.ilok.com)
4) Installate il tutto e buon divertimento!

Se v'interessa l'utilizzo di Pro Tools, ROMA SOUND DESIGN ha pubblicato un corso on-line specifico, da me realizzato (insegno Pro Tools in Università - Master Ingegneria del suono) che prevede il rilascio di un attestato nominativo finale (Operatore Pro Tools 12).

Un corso approfondito e adatto anche a chi inizia da zero!
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Un'altra ottima notizia!
Ho realizzato alcuni tutorial didattici su Pro Tools FIRST, che vi posto a serguire!
Semplici, chiari ed esaustivi!

Buon divertimento e buono studio!


I compressori: questi sconosciuti..

E' vietata la riproduzione totale o parziale del presente articolo © Dott. Francesco Bonomo 2019


I compressori appartengo alla famiglia dei processori dinamici; cioè quegli strumenti che permettono d'intervenire sulla gamma dinamica (volume) di un segnale audio sia durante le fasi di tracking (registrazione) sia nelle fasi di post-produzione (mixaggio e/o editing).
A cosa serve?
Durante la registrazione:
permette di realizzare acquisizioni audio evitando d'incorrere nel fenomeno della distorsione. Utilizzandolo in questa fase infatti, avremo la possibilità di registrare un segnale audio al miglior livello dinamico possibile (cioè con un volume più alto) il che, utilizzando le daw (software di registrazione e post-produzione audio come Pro Tools 12) in termini di qualità di registrazione significa davvero tanto.
Ma di questo specifico argomento ne parleremo in un altro articolo su questo blog.
In questa fase, l'utilizzo più tradizionale lo vede inserito nella catena tra il microfono e la scheda audio, durante le registrazioni, in modo da preservare, appunto, un'eventuale distorsione del segnale audio in ingresso alla scheda.

Durante la post-produzione:

tra gli strumenti fondamentali durante le fasi di mixaggio di un brano musicale, il compressore ci permette di avvicinare gli estremi dinamici presenti in una traccia audio, rendendo più uniforme e livellata un'esecuzione strumentale o vocale.
Inserendo un compressore nella traccia gruppo della batteria ad esempio, possiamo rendere più nervosa la parte ritmica, esaltando la riproduzione dei transienti d'attacco dei vari elementi della sezione percussiva.
Nella musica elettronica, grazie al compressore sulla cassa (kick) possiamo ottenere un suono molto più duro e definito, con un'energia dinamica che si sviluppa in un tempo minore.
Sulla traccia vocale, si utilizza spesso il compressore per rendere l'esecuzione più uniforme e contemporaneamente più intellegibile.

Come funziona?

Cercherò di spiegarlo in maniera semplice e comprensibile a tutti; Il compressore è di fatto un attenuatore  che s'innesca automaticamente quando rileva che l'intensità del segnale audio in ingresso, supera una determinata soglia da noi impostata.
In pratica il segnale audio viene compresso (schiacciato più o meno leggermente) avvicinando quindi i livelli audio bassi della traccia, a quelli più alti.
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Quali sono i controlli del compressore?
Treshold (soglia):
Questo controllo serve a definire il punto in decibel superato il quale il compressore inizierà il suo intervento di riduzione dell'intensità del segnale audio in uscita.
L'unità di misura di questo parametro è naturalmente in decibel (dB)

Attack:

E' il tempo che intercorre tra quando il segnale audio supera il livello di soglia impostato e quando effettivamente il processore inizierà a comprimere.
Unità di misura millisecondi (ms)

Release:

E' sostanzialmente l'opposto dell'attack; con questo parametro gestiamo la velocità con la quale, una volta che l'intensità del segnale audio scende sotto il livello di soglia impostato, il compressore torna nuovamente allo stato di attesa.

Ratio:

E' il parametro principale del compressore! Con questo parametro impostiamo il cosìdetto rapporto di compressione; decidiamo cioè, quanto dev'essere compresso il segnale audio.
Trattandosi di un "rapporto", ratio non è altro che un coefficiente di divisione.
Il suo valore è sempre rapportato a 1 (es: 2:1 - 3:1 - 4:1 - 8:1 - 15:1 - ecc...).
Per comprendere meglio il suo funzionamento, facciamo un esempio pratico:
Se in una traccia ho un segnale audio costante con intensità pari a 10dB ed inserisco un compressore con valore di ratio impostato a 2:1 (2 a 1), il compressore attenuerà del 50% il segnale audio in uscita; avrò quindi un'intensità finale pari a 5dB (10dB / 2 = 5dB).
In pratica per sapere quanti decibel avremo in uscita dal compressore, basta semplicemente dividere i decibel in entrata, per il valore di ratio.

Knee:

Agendo su questo parametro possiamo addolcire il momento della compressione, rendendolo più morbido. L'abbassamento dell'intensità del segnale audio in uscita dal compressore (dovuta appunto alla compressione generata) sarà più graduale e meno repentina. Quindi meno evidente e percepibile.
Questo perchè magari, su strumenti più delicati come chitarra acustica, archi o voci, è auspicabile che il momento della compressione sia il meno percepibile possibile.

Gain:

E' il controllo con il quale possiamo aumentare il volume d'uscita, compensando una compressione marcata, con una soglia particolarmente bassa ed un valore di ratio più importante.

Voi direte.. è finita qua! Ma nemmeno per sogno!

Purtroppo o per fortuna esistono diverse tipologie di compressori che, a seconda della fase di lavoro in cui ci troviamo o del risultato che vogliamo ottenere, possiamo utilizzare.
Ma di questo ne parliamo in un altro articolo!
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ROMA SOUND DESIGN ha realizzato un corso on-line per tecnico del suono e Pro Tools 12 con rilascio di 3 attestati finali nominativi, dove spiego dettagliatamente il funzionamento dei processori dinamici, oltre naturalmente a tantissime altre info tecniche fondamentali. Inserisci la tua e-mail nel box in basso ed inizia a studiare subito con le video-lezioni gratuite del corso!

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E' vietata la riproduzione totale o parziale del presente articolo © Dott. Francesco Bonomo 2019

Le 5 tipologie di compressori

E' vietata la riproduzione totale o parziale del presente articolo © Dott. Francesco Bonomo 2019

Il compressore è uno strumento di lavoro indispensabile per il tecnico del suono, il fonico e l'ingegnere del suono, nelle diverse fasi di pre e post-produzione.
E proprio in funzione del momento di lavoro che ci si accinge ad affrontare, potremmo aver bisogno di comprimere il segnale audio in maniera diversa, anche semplicemente per ottenere un suono definito o leggermente differente dal punto di vista dinamico.
Esistono diversi tipi di compressori, che per semplicità potremmo racchiudere nelle 5 classi principali che vedremo di seguito in questo articolo.

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Compressore VCA
VCA è l'acronimo di Voltage Controlled Amplifier; questo tipo di processore dinamico è in linea di massima il più semplice da realizzare ed anche il più economico (più o meno..). Cercando su YouTube infatti, è possibile trovare diversi tutorial su come autocostruire il proprio compressore VCA, per la maggiorparte in lingua inglese.
Tra i più noti processori dinamici di questo tipo, troviamo il Bus Compressor della SSL (Solid State Logic) G Series, che possiamo vedere in foto. In questo tipo di compressore, il circuito di compressione prevede l'utilizzo di transistor, i quali vengono gestiti con controllo di tensione elettrica, come già si può intuire dal nome.
Un altro compressore VCA particolarmente apprezzato dai professionisti del settore è L'API 2500, visibile nella foto che segue.

Questi processori dinamici sono molto interessanti da utilizzare per la compressione di tracce gruppo e degli stems.

Compressore ottico (Opto/optical compressor)
Il compressore lo si riconosce subito per la scarsità di controlli presenti su cui poter intervenire. Infatti gli unici controlli che tipicamente abbiamo su questo tipologia di compressore sono il Gain ed il Peak reduction.
Il suono funzionamento è molto particolare poichè, il segnale audio in ingresso al processore viene codificato in intensità luminosa e decodificato subito dopo da un circuito specifico (il T4 nei processori migliori), il quale utilizza le informazioni luminose per modificare autonomamente i parametri di attacco e rilascio della compressione.
Bisogna dire che, proprio per questa sua caratteristica di funzionamento, questo processore risulta un pò letro nell'entrare in funzione, mostrando una certa latenza nell'attivare la compressione. Quindi non è utilizzabile proprio su qualsiasi strumento musicale.
Si fa però apprezzare per la sua estrema trasparenza d'intervento e qualità della compressione. Per questo motivo è particolarmente utilizzato durante le fasi di tracking (registrazione audio) soprattutto per le parti vocali.
E' un processore dinamico trasparente e caldo, in grado di produrre forti compressioni sul segnale audio in entrata, poco o nulla avvertibili in uscita.
Moltissimi dei più importati brani musicali di ogni genere e nazionalità, sono stati prodotti utilizzando proprio questo compressore. Tra i più conosciuti troviamo il Teletronix LA2A (che vediamo nella foto sopra - costruito dal 1965) e adesso continua ad essere prodotto dall'Universal Audio.

Compressore Valvolare
La valvola, nel campo dell'audio regala sempre "quel qualcosa in più" grazie al calore che regala quando viene messa al lavoro. Una valvola molto utilizzata è la 12AX7 selezionata, un componente quasi vivo, che offre agli stadi di amplificazione e pre-amplificazione, la possibilità di trasmettere vere e proprie emozioni. Pensiamo ad esempio ai chitarristi che spesso preferiscono la distorsione valvolare nei loro assoli. Questi compressori offrono una grandissima qualità d'intervento sul suono, offrendo distorsioni armoniche incredibili quando messi volutamente sotto sforzo, intervenendo in maniera meravigliosa sul suono, riuscendo al contempo a realizzare compressioni molto dolci.
Fin qui tutto meraviglioso, ma prima di acquistare un compressore del genere bisogna però valutarne bene anche gli aspetti tecnici che comporta l'adozione di un processore a componente valvolare. Ad esempio prima di utilizzare questo compressore è fondamentale accenderlo molto prima dell'uso, per permettere alla valvola di entrare in temperatura perfetta. Inoltre proprio per le sue caratteristiche tecniche, la valvola non è un componente che reagisce velocemente agli stimoli, a causa dei tempi di carica e scarica particolarmente lenti. Quindi anche in questo caso, anzi direi specialmente in questo caso, non è possibile utilizzare questo processore dinamico su tutti gli strumenti. Ad esempio se pensiamo di comprimere per bene un rullante, molto probabilmente resteremo particolarmente delusi poichè questo processore non riuscirebbe bene a comprimere il suono, a causa della scarsa reattività del sistema, dovuto proprio alla valvola.
Molto costosi ma anche particolarmente melodiosi all'ascolto.
Meraviglioso sulle voci, sulle chitarre elettriche e classiche e sugli archi, ma assolutamente poco adatto a suoni di tipo ritmico. Comprimerebbe, ma non come potrebbero fare altri tipi di compressori, come ad esempio il VCA o il FET di cui parleremo a seguire.

Compressore FET
Si sa, l'uomo non è mai soddisfatto e vuole sempre ciò che difficilmente può avere; in tal senso, desideroso delle sensazioni date dalle valvole, ha realizzato il compressore FET!
Il FET è un transistor ad effetto campo che, seppur lontano dalla fisica valvolare, è in grado di regalare soluzione armoniche analoghe, permettendo di ottenere praticamente su qualunque strumento (come il rullante della batteria) compressioni simil-valvolari.
Senza ombra di dubbio il compressore FET più conosciuto e rinomato è l'Universal Audio 1176; meraviglioso processore dinamico molto apprezzato su rullanti e chitarre elettriche. Ma se parliamo di FET, non possiamo non menzionare Joemeek, azienda d'oltre oceano i cui prodotti sono riconoscibilissimi anche grazie alla colorazione verde, utilizzata dal costruttore.
Su questo tipo di processore dinamico, possiamo trovare in linea di massima gli stessi controlli che classicamente sono presenti su altri processori.

Compressore digitale

Li avete usati tutti! Anche se non lo sapete..
Disponibili in versione hardware e/o software, più tipicamente sono di fatto quei processori dinamici il cui funzionamento è sostanzialmente affidato ad un algoritmo d'elaborazione. Emulano spesso la logica di funzionamento analogica ma, al contrario di questi ultimi, in alcuni prodotti i valori di attack riescono a raggiungere velocità notevoli, misurate addirittura in micro-secondi.
Pazzeschi!
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Differenza tra limiter e maximizzer

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Appartenenti entrambi alla famiglia dei processori dinamici, si tratta di 2 processori molto utilizzati, soprattutto nelle fasi di mastering di un prodotto musicale.
Ma partiamo dall'inizio..
Cos'è un limiter?
Un limiter potremmo definirlo come un compressore, tarato però in maniera più estrema.
Normalmente possiamo definire limiter, un compressore settato con un valore di ratio pari a 15:1 - 20:1 (cioè permettono l'uscita di 1/15 o 1/20 del segnale audio, rispetto a quanto ce n'è in ingresso al processore).

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La differenza sostanziale tra limiter e maximizzer, è che il limiter, limita! Punto!
Blocca il segnale in uscita al livello desiderato, in maniera abbastanza netta.
Il maximizzer invece, come suggerisce anche il nome, è un processore che ci permette di massimizzare i livelli audio che entrano nel processore stesso.
Il maximizzer mentre provvede a bloccare il segnale audio ad uno specifico livello d'uscita (impostato con il parametro "Celing") contemporaneamente ci permette di abbassare il valore di Treshold (soglia) schiacciando il segnale audio ed aumentando il livello dinamico percepito.
Più in basso troverai una video-lezione estrapolata dal corso on-line, che potrà esserti sicuramente molto utile per comprendere meglio il funzionamento dei due processori e le loro differenze.

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Come sempre, se t'interessa l'argomento e desideri conoscere più a fondo il funzionamento dei limiter e dei maximizer, quindi tutto ciò che ruota attorno al lavoro del tecnico del suono, ho realizzato un corso on-line molto approfondito, adatto anche a chi comincia da zero, che al termine ti rilascerà 3 attestati nominativi.
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Come promessoi, senza dilungarmi troppo in chiacchiericci tecnici scritti, v'inserisco il link alla video-lezione da me realizzata che troverete sul canale Youtube ufficiale (iscriviti!) di ROMA SOUND DESIGN.
Sarà sicuramente d'aiuto a moltissimi.
Un saluto e buono studio!
E' vietata la riproduzione totale o parziale del presente articolo © Dott. Francesco Bonomo 2019

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