I compressori: questi sconosciuti..

E' vietata la riproduzione totale o parziale del presente articolo © Dott. Francesco Bonomo 2019


I compressori appartengo alla famiglia dei processori dinamici; cioè quegli strumenti che permettono d'intervenire sulla gamma dinamica (volume) di un segnale audio sia durante le fasi di tracking (registrazione) sia nelle fasi di post-produzione (mixaggio e/o editing).
A cosa serve?
Durante la registrazione:
permette di realizzare acquisizioni audio evitando d'incorrere nel fenomeno della distorsione. Utilizzandolo in questa fase infatti, avremo la possibilità di registrare un segnale audio al miglior livello dinamico possibile (cioè con un volume più alto) il che, utilizzando le daw (software di registrazione e post-produzione audio come Pro Tools 12) in termini di qualità di registrazione significa davvero tanto.
Ma di questo specifico argomento ne parleremo in un altro articolo su questo blog.
In questa fase, l'utilizzo più tradizionale lo vede inserito nella catena tra il microfono e la scheda audio, durante le registrazioni, in modo da preservare, appunto, un'eventuale distorsione del segnale audio in ingresso alla scheda.

Durante la post-produzione:

tra gli strumenti fondamentali durante le fasi di mixaggio di un brano musicale, il compressore ci permette di avvicinare gli estremi dinamici presenti in una traccia audio, rendendo più uniforme e livellata un'esecuzione strumentale o vocale.
Inserendo un compressore nella traccia gruppo della batteria ad esempio, possiamo rendere più nervosa la parte ritmica, esaltando la riproduzione dei transienti d'attacco dei vari elementi della sezione percussiva.
Nella musica elettronica, grazie al compressore sulla cassa (kick) possiamo ottenere un suono molto più duro e definito, con un'energia dinamica che si sviluppa in un tempo minore.
Sulla traccia vocale, si utilizza spesso il compressore per rendere l'esecuzione più uniforme e contemporaneamente più intellegibile.

Come funziona?

Cercherò di spiegarlo in maniera semplice e comprensibile a tutti; Il compressore è di fatto un attenuatore  che s'innesca automaticamente quando rileva che l'intensità del segnale audio in ingresso, supera una determinata soglia da noi impostata.
In pratica il segnale audio viene compresso (schiacciato più o meno leggermente) avvicinando quindi i livelli audio bassi della traccia, a quelli più alti.
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Quali sono i controlli del compressore?
Treshold (soglia):
Questo controllo serve a definire il punto in decibel superato il quale il compressore inizierà il suo intervento di riduzione dell'intensità del segnale audio in uscita.
L'unità di misura di questo parametro è naturalmente in decibel (dB)

Attack:

E' il tempo che intercorre tra quando il segnale audio supera il livello di soglia impostato e quando effettivamente il processore inizierà a comprimere.
Unità di misura millisecondi (ms)

Release:

E' sostanzialmente l'opposto dell'attack; con questo parametro gestiamo la velocità con la quale, una volta che l'intensità del segnale audio scende sotto il livello di soglia impostato, il compressore torna nuovamente allo stato di attesa.

Ratio:

E' il parametro principale del compressore! Con questo parametro impostiamo il cosìdetto rapporto di compressione; decidiamo cioè, quanto dev'essere compresso il segnale audio.
Trattandosi di un "rapporto", ratio non è altro che un coefficiente di divisione.
Il suo valore è sempre rapportato a 1 (es: 2:1 - 3:1 - 4:1 - 8:1 - 15:1 - ecc...).
Per comprendere meglio il suo funzionamento, facciamo un esempio pratico:
Se in una traccia ho un segnale audio costante con intensità pari a 10dB ed inserisco un compressore con valore di ratio impostato a 2:1 (2 a 1), il compressore attenuerà del 50% il segnale audio in uscita; avrò quindi un'intensità finale pari a 5dB (10dB / 2 = 5dB).
In pratica per sapere quanti decibel avremo in uscita dal compressore, basta semplicemente dividere i decibel in entrata, per il valore di ratio.

Knee:

Agendo su questo parametro possiamo addolcire il momento della compressione, rendendolo più morbido. L'abbassamento dell'intensità del segnale audio in uscita dal compressore (dovuta appunto alla compressione generata) sarà più graduale e meno repentina. Quindi meno evidente e percepibile.
Questo perchè magari, su strumenti più delicati come chitarra acustica, archi o voci, è auspicabile che il momento della compressione sia il meno percepibile possibile.

Gain:

E' il controllo con il quale possiamo aumentare il volume d'uscita, compensando una compressione marcata, con una soglia particolarmente bassa ed un valore di ratio più importante.

Voi direte.. è finita qua! Ma nemmeno per sogno!

Purtroppo o per fortuna esistono diverse tipologie di compressori che, a seconda della fase di lavoro in cui ci troviamo o del risultato che vogliamo ottenere, possiamo utilizzare.
Ma di questo ne parliamo in un altro articolo!
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