I 10 errori da non commettere se hai uno studio di registrazione! (Se vuoi continuare a lavorare..)

Occuparsi di produzioni musicali è secondo me tra i lavori più belli, soddisfacenti e proficui (se fatto nella maniera corretta!) che si possa avere la possibilità di fare. Ve lo dico a cuore aperto, d'altronde difficilmente potrei mentire considerando che per lavoro mi occupo principalmente proprio di quello. Essendo nel settore da oltre 25 anni, ne ho viste (e ne vedo..) di cotte e di crude su ogni fronte; sul come gestire clienti, come gestire uno studio, la promozione dell'attività di studio di registrazione, ecc... Le baggianate più grosse me le hanno riferite alcuni studenti, i quali le hanno lette su qualche forum in giro per il web, dove il fuffa-guru di turno, si cimenta in disamine tecniche su vari argomenti di cui, evidentemente, non ne sà molto. Approfitto  a questo punto per dirvi ciò che penso sui forum: disiscrivetevi senza rimorsi da qualunque tipo! In quegli spazi virtuali ci trovate principalmente personaggi improvvisati che per mestiere fanno gli pseudo-guru dei poveri. Un professionista, proprio perchè impegnato, non si mette di certo a scribacchiare di questo e quell'altro con sconosciuti. I professionisti frequentano SOLO professionisti!


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Proprio prendendo spunto da tutto ciò, ho redatto un piccolo elenco di 10 cose da non fare assolutamente nel tuo studio di registrazione.

1)  Registrare a bassi livelli dinamici (..tanto poi sistemo dopo)
Una delle cose peggiori che possiate fare ad una registrazione audio, è quella di non donarle un adeguato rapporto segnale/rumore! Oltre a questo tenete in considerazione che un segnale audio per essere registrato al meglio in un sistema digitale (quindi per sfruttare più bit possibili), deve essere pre-amplificato a dovere! Quindi forme d'onda ben marcate! E non quei "brufoletti " minuscoli di cui a volte vi accontentate. Considerate che sarebbe cosa buona e giusta, tenere il segnale audio, di media almeno intorno ai -6 db.

2) Far registrare il cantante con il riverbero in cuffia (si, si dice RIverbero, non REverbero..)
Dopo un praio di prove, di solito vi sentirerte fare la seguente richiesta: "potresti mettermi un pò di riverbero sulla voce..? Così asciutta non mi piace..". Solitamente questa richiesta arriva da clienti non professionisti.
Bene ragazzi, la risposta a questa domanda dev'essere assolutamente NO!
Non per essere cattivi ovviamente; sappiate che il riverbero tende ad addolcire le imperfezioni vocali e come conseguenza a questo, il risultato potrebbe essere quello di uscire fuori tonalità fino ad un buon 30%. Tutto ciò  ovviamente va spiegato al cliente. Nel caso in cui lui continuasse con la richiesta, come dire..  abbiamo la conferma che non abbiamo a che fare con un professionista.

3) Quantizzare qualsiasi strumento midi
Specialmente se ti occupi di musica elettronica e declinazioni varie, la quantizzazione degli eventi midi è tra le funzioni che maggiormente utilizzerai in fase di pre-produzione ed arrangiamento. Questo genere di musica infatti, ha la caratteristica di essere "quadrata"; ogni esecuzione musicale è solitamente perfettamente posizionato in griglia. Cioè matematicamente a tempo perfetto! Non per tutti i generi musicali però  è indicato applicare in maniera "barbara" la quantizzazione sugli eventi midi. A volte, come ad esempio negli arrangiamenti pop ed hip hop, quantizzare in maniera rigida qualunque parte strumentale potrebbe non rendere al meglio. Ad esempio nelle parti di pianoforte, potrebbe risultare molto più interessante quantizzare dal 30 al 50%, solamente le parti centrali piuttosto che qualche attacco. In questi casi si imposta un valore del parametro "swing" più moderato in modo da lasciare volutamente quel margine di errore umano e di libera interpretazione, che arricchisce enormemente l'arrangiamento. Personalmente negli arrangiamenti più acustici cerco di limitare al minimo la quantizzazione e, se il producer è davvero in gamba, non la applico affatto. Per quel che mi riguarda, lavorando praticamente esclusivamente con professionisti, il mio approccio a tutto ciò che non è elettronico, è proprio questo.

4) Il mixaggio ed il mastering in cuffia
Sò già che per molti di voi potrà sembrare un concetto ovvio, ma vi assicuro per esperienza didattica, che non lo è affatto. Molti producer infatti, gestiscono queste 2 fasi di lavoro utilizzando le cuffie per avere (secondo loro..) un ascolto più dettagliato. Ma la realtà è ben diversa; le cuffie vanno benissimo per l'editing avanzato e pulizia dei file audio, ma inevitabilmente comportano un ascolto falsato ed innaturale. Per quanto ci siano costosi prodotti spacciati come paragonabili alle casse monitor, non hanno nulla a che vedere. 
Mix e mastering sono fasi di produzione delicatissime che necessitano di essere affrontate nella maniera corretta. Gli ascolti, in questa fase sono elementi realmente vitali, che fanno senza dubbio la differenza tra un lavoro finalizzato in maniera mediocre ed uno ottimamente riuscito. Per affrontare adeguatamente un mix, è assolutamente tassativo utilizzare idonee casse monitor per studio di registrazione; ce ne sono tantissime e per tutte le tasche. Alla fine di questo articolo inserirò come sempre, i link diretti  Amazon, su alcuni prodotti che reputo interessanti per il producer emergente. Queste tipologie di ascolti sono stati studiati, progettati e realizzati, per offrire la massima linerarità d'ascolto possibile. Affrontare il mix  di un brano musicale utilizzando le cuffie, significa privarci di un ascolto naturale e questo (anche quando utilizziamo cuffie monitor concepite per questo scopo).

5) Avere prezzi bassi (..così ho più clienti e guadagno di più)
Avere prezzi bassi è considerata l'azione di marketing più dannosa per qualunque attività commerciale (professionale) che si rispetti; lo studio di registrazione come anche la sala prove, rientra a pieno titolo tra quelle! Se avete fatto le cose per bene, avete seguito un corso professionalizzante che vi ha trasmesso le giuste competenze ed operatività tecniche, avete investito sull'acquisto di strumentazione di un certo tipo, non potete adottare prezzi bassi per ovvi motivi. Siete diventati dei professionisti e chi desidera usufruire delle vostre competenze, dovrà corrispondere cifre adeguate. Se avete investito sulla vostra formazione e siete diventati dei professionisti, è giusto che la vostra retribuzione sia proporzionata alla qualità del lavoro che siete in grado di offrire. Inoltre, rivolgendovi ad una clientela professionale,  questa utenza  sarà assolutamente consapevole che l'investimento per la realizzazione della propria produzione musicale, sarà di una certa entità. Il non professionista, al contrario, più che alla qualità, normalmente è alla ricerca di chiunque possa accollarsi la sua produzione al costo più basso possibile; questa tipologia di utenza, solitamente non ha idee su come trarre un guadagno dalla propria musica.

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6) I miei clienti li trovo generalmente nella cerchia di amici e amici degli amici..
Se le vostre entrate dipendono da questa situazione, allora avete un grosso problema! Un professionista, uno studio di registrazione e/o una sala prova per professionisti, hanno certamente clienti fissi, ma se ben gestite hanno sempre un afflusso costante di clienti nuovi che garantiscono entrate continue e diversificate. Solitamente le realtà che intendono rivolgersi a clientela professionale alto-spendente, metto in pratica azioni di marketing mirate all'acquisizione di nuovi leads (contatti), seguendo corsi specifici di marketing musicale. ROMA SOUND DESIGN, il mio studio, da quando c'è internet mette in atto specifiche campagne marketing che assicurano costanti entrate economiche grazie alla continua acquisizione di clientela sempre nuova, integrando diversi strumenti operativi con specifici fini: diffusione del brand, acquisizione leads, vendite di servizi e/o prodotti on-line.
Vi anticipo subito che ho sviluppato un corso rivolto a tutti i professionisti del settore musicale, in grado di permettere di aumentare le vendite dei propri prodotti e servizi, permettendo di aumentare le entrate economiche e generando i fondamentali leads. A brevissimo sarà on-line!

7) Iniziare le lavorazioni con i clienti, lasciando vaghe le condizioni economiche e/o senza anticipo (tanto poi mi pagherà..)
Devo aggiungere altro..??!?!??
Con ogni cliente va chiarito nero su bianco, cioè per iscritto e controfirmato per accettazione, tutto il lavoro da svolgere.
Ogni lavorazione deve prevedere un anticipo; nel mio caso i pagamenti vengono SEMPRE suddivisi in 2 momenti prestabiliti: 50% in anticipo per l'inizio della lavorazione ed il restante 50% prima della consegna del lavoro ultimato. Questi paramentri li applico per le lavorazioni brevi; senza sconti nè trattamenti particolari per nessuno. La professionalità va pagata adeguatamente.

8) Spremere il cliente come un limone!
Il cliente è una persona come noi e se vogliamo vederlo tornare felice e soddisfatto per richiedere i nostri servigi, non abbiate un atteggiamento menefreghista e strafottente (della serie basta che mi paga e buonanotte!). La parola magica in questi casi dev'essere FIDELIZZAZIONE! Un cliente che si trova bene è un cliente che tornerà volentieri a lavorare con noi e quindi a pagarci bene. Ricordate sempre che se un cliente ritorna, vuol dire che abbiamo fatto bene il nostro lavoro!

9) Tariffa oraria
Non siamo nè una colf nel un call center; applicare alla propria attività prezzi legati al tempo, è un'altra gravissima azione che possiamo fare a noi ed alla nostra attività professionale. Il momento in cui applicate prezzi orari, è l'inizio della fine della vostra attività. Bisogna applicare prezzi per il servizio, legato a quello specifico cliente. Alcune produzioni con alcuni clienti potranno essere più semplici e veloci; altri tipi di lavorazioni con clienti diversi, saranno più lunghe e/o impegnative, quindi verrà richiesta una cifra maggiore. Ogni produzione è a sè stante.

10) Con i clienti ho un ottimo rapporto, diventano sempre miei amici!
Per quanto potrà sembrarvi poco carina questa cosa, il cliente DEVE restare un cliente! Con il cliente non si costruisce una relazione di amicizia. Non ci si scambia il numero privato di cellulare e non si esce la sera per andare a bere al pub. Ci può essere stima, ammirazione e rispetto, ma mai in nessun caso con il cliente si deve tenere un atteggiamento di amicizia; qualunque cliente dev'essere trattato come cliente e non come parente o amico. Il business e l'amicizia sono due rette parallele che quando s'incontrano, solitamente non portano miglioramenti alla dimensione lavorativa.

Come promesso eccovi i link Amazon, diretti ad alcune casse monitor che dovreste valutare seriamente.
Attenzione perchè in alcuni casi, i prezzi si riferiscono alla singola cassa.



        













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