I 10 errori da non commettere se hai uno studio di registrazione! (Se vuoi continuare a lavorare..)

Occuparsi di produzioni musicali è secondo me tra i lavori più belli, soddisfacenti e proficui (se fatto nella maniera corretta!) che si possa avere la possibilità di fare. Ve lo dico a cuore aperto, d'altronde difficilmente potrei mentire considerando che per lavoro mi occupo principalmente proprio di quello. Essendo nel settore da oltre 25 anni, ne ho viste (e ne vedo..) di cotte e di crude su ogni fronte; sul come gestire clienti, come gestire uno studio, la promozione dell'attività di studio di registrazione, ecc... Le baggianate più grosse me le hanno riferite alcuni studenti, i quali le hanno lette su qualche forum in giro per il web, dove il fuffa-guru di turno, si cimenta in disamine tecniche su vari argomenti di cui, evidentemente, non ne sà molto. Approfitto  a questo punto per dirvi ciò che penso sui forum: disiscrivetevi senza rimorsi da qualunque tipo! In quegli spazi virtuali ci trovate principalmente personaggi improvvisati che per mestiere fanno gli pseudo-guru dei poveri. Un professionista, proprio perchè impegnato, non si mette di certo a scribacchiare di questo e quell'altro con sconosciuti. I professionisti frequentano SOLO professionisti!


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Proprio prendendo spunto da tutto ciò, ho redatto un piccolo elenco di 10 cose da non fare assolutamente nel tuo studio di registrazione.

1)  Registrare a bassi livelli dinamici (..tanto poi sistemo dopo)
Una delle cose peggiori che possiate fare ad una registrazione audio, è quella di non donarle un adeguato rapporto segnale/rumore! Oltre a questo tenete in considerazione che un segnale audio per essere registrato al meglio in un sistema digitale (quindi per sfruttare più bit possibili), deve essere pre-amplificato a dovere! Quindi forme d'onda ben marcate! E non quei "brufoletti " minuscoli di cui a volte vi accontentate. Considerate che sarebbe cosa buona e giusta, tenere il segnale audio, di media almeno intorno ai -6 db.

2) Far registrare il cantante con il riverbero in cuffia (si, si dice RIverbero, non REverbero..)
Dopo un praio di prove, di solito vi sentirerte fare la seguente richiesta: "potresti mettermi un pò di riverbero sulla voce..? Così asciutta non mi piace..". Solitamente questa richiesta arriva da clienti non professionisti.
Bene ragazzi, la risposta a questa domanda dev'essere assolutamente NO!
Non per essere cattivi ovviamente; sappiate che il riverbero tende ad addolcire le imperfezioni vocali e come conseguenza a questo, il risultato potrebbe essere quello di uscire fuori tonalità fino ad un buon 30%. Tutto ciò  ovviamente va spiegato al cliente. Nel caso in cui lui continuasse con la richiesta, come dire..  abbiamo la conferma che non abbiamo a che fare con un professionista.

3) Quantizzare qualsiasi strumento midi
Specialmente se ti occupi di musica elettronica e declinazioni varie, la quantizzazione degli eventi midi è tra le funzioni che maggiormente utilizzerai in fase di pre-produzione ed arrangiamento. Questo genere di musica infatti, ha la caratteristica di essere "quadrata"; ogni esecuzione musicale è solitamente perfettamente posizionato in griglia. Cioè matematicamente a tempo perfetto! Non per tutti i generi musicali però  è indicato applicare in maniera "barbara" la quantizzazione sugli eventi midi. A volte, come ad esempio negli arrangiamenti pop ed hip hop, quantizzare in maniera rigida qualunque parte strumentale potrebbe non rendere al meglio. Ad esempio nelle parti di pianoforte, potrebbe risultare molto più interessante quantizzare dal 30 al 50%, solamente le parti centrali piuttosto che qualche attacco. In questi casi si imposta un valore del parametro "swing" più moderato in modo da lasciare volutamente quel margine di errore umano e di libera interpretazione, che arricchisce enormemente l'arrangiamento. Personalmente negli arrangiamenti più acustici cerco di limitare al minimo la quantizzazione e, se il producer è davvero in gamba, non la applico affatto. Per quel che mi riguarda, lavorando praticamente esclusivamente con professionisti, il mio approccio a tutto ciò che non è elettronico, è proprio questo.

4) Il mixaggio ed il mastering in cuffia
Sò già che per molti di voi potrà sembrare un concetto ovvio, ma vi assicuro per esperienza didattica, che non lo è affatto. Molti producer infatti, gestiscono queste 2 fasi di lavoro utilizzando le cuffie per avere (secondo loro..) un ascolto più dettagliato. Ma la realtà è ben diversa; le cuffie vanno benissimo per l'editing avanzato e pulizia dei file audio, ma inevitabilmente comportano un ascolto falsato ed innaturale. Per quanto ci siano costosi prodotti spacciati come paragonabili alle casse monitor, non hanno nulla a che vedere. 
Mix e mastering sono fasi di produzione delicatissime che necessitano di essere affrontate nella maniera corretta. Gli ascolti, in questa fase sono elementi realmente vitali, che fanno senza dubbio la differenza tra un lavoro finalizzato in maniera mediocre ed uno ottimamente riuscito. Per affrontare adeguatamente un mix, è assolutamente tassativo utilizzare idonee casse monitor per studio di registrazione; ce ne sono tantissime e per tutte le tasche. Alla fine di questo articolo inserirò come sempre, i link diretti  Amazon, su alcuni prodotti che reputo interessanti per il producer emergente. Queste tipologie di ascolti sono stati studiati, progettati e realizzati, per offrire la massima linerarità d'ascolto possibile. Affrontare il mix  di un brano musicale utilizzando le cuffie, significa privarci di un ascolto naturale e questo (anche quando utilizziamo cuffie monitor concepite per questo scopo).

5) Avere prezzi bassi (..così ho più clienti e guadagno di più)
Avere prezzi bassi è considerata l'azione di marketing più dannosa per qualunque attività commerciale (professionale) che si rispetti; lo studio di registrazione come anche la sala prove, rientra a pieno titolo tra quelle! Se avete fatto le cose per bene, avete seguito un corso professionalizzante che vi ha trasmesso le giuste competenze ed operatività tecniche, avete investito sull'acquisto di strumentazione di un certo tipo, non potete adottare prezzi bassi per ovvi motivi. Siete diventati dei professionisti e chi desidera usufruire delle vostre competenze, dovrà corrispondere cifre adeguate. Se avete investito sulla vostra formazione e siete diventati dei professionisti, è giusto che la vostra retribuzione sia proporzionata alla qualità del lavoro che siete in grado di offrire. Inoltre, rivolgendovi ad una clientela professionale,  questa utenza  sarà assolutamente consapevole che l'investimento per la realizzazione della propria produzione musicale, sarà di una certa entità. Il non professionista, al contrario, più che alla qualità, normalmente è alla ricerca di chiunque possa accollarsi la sua produzione al costo più basso possibile; questa tipologia di utenza, solitamente non ha idee su come trarre un guadagno dalla propria musica.

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6) I miei clienti li trovo generalmente nella cerchia di amici e amici degli amici..
Se le vostre entrate dipendono da questa situazione, allora avete un grosso problema! Un professionista, uno studio di registrazione e/o una sala prova per professionisti, hanno certamente clienti fissi, ma se ben gestite hanno sempre un afflusso costante di clienti nuovi che garantiscono entrate continue e diversificate. Solitamente le realtà che intendono rivolgersi a clientela professionale alto-spendente, metto in pratica azioni di marketing mirate all'acquisizione di nuovi leads (contatti), seguendo corsi specifici di marketing musicale. ROMA SOUND DESIGN, il mio studio, da quando c'è internet mette in atto specifiche campagne marketing che assicurano costanti entrate economiche grazie alla continua acquisizione di clientela sempre nuova, integrando diversi strumenti operativi con specifici fini: diffusione del brand, acquisizione leads, vendite di servizi e/o prodotti on-line.
Vi anticipo subito che ho sviluppato un corso rivolto a tutti i professionisti del settore musicale, in grado di permettere di aumentare le vendite dei propri prodotti e servizi, permettendo di aumentare le entrate economiche e generando i fondamentali leads. A brevissimo sarà on-line!

7) Iniziare le lavorazioni con i clienti, lasciando vaghe le condizioni economiche e/o senza anticipo (tanto poi mi pagherà..)
Devo aggiungere altro..??!?!??
Con ogni cliente va chiarito nero su bianco, cioè per iscritto e controfirmato per accettazione, tutto il lavoro da svolgere.
Ogni lavorazione deve prevedere un anticipo; nel mio caso i pagamenti vengono SEMPRE suddivisi in 2 momenti prestabiliti: 50% in anticipo per l'inizio della lavorazione ed il restante 50% prima della consegna del lavoro ultimato. Questi paramentri li applico per le lavorazioni brevi; senza sconti nè trattamenti particolari per nessuno. La professionalità va pagata adeguatamente.

8) Spremere il cliente come un limone!
Il cliente è una persona come noi e se vogliamo vederlo tornare felice e soddisfatto per richiedere i nostri servigi, non abbiate un atteggiamento menefreghista e strafottente (della serie basta che mi paga e buonanotte!). La parola magica in questi casi dev'essere FIDELIZZAZIONE! Un cliente che si trova bene è un cliente che tornerà volentieri a lavorare con noi e quindi a pagarci bene. Ricordate sempre che se un cliente ritorna, vuol dire che abbiamo fatto bene il nostro lavoro!

9) Tariffa oraria
Non siamo nè una colf nel un call center; applicare alla propria attività prezzi legati al tempo, è un'altra gravissima azione che possiamo fare a noi ed alla nostra attività professionale. Il momento in cui applicate prezzi orari, è l'inizio della fine della vostra attività. Bisogna applicare prezzi per il servizio, legato a quello specifico cliente. Alcune produzioni con alcuni clienti potranno essere più semplici e veloci; altri tipi di lavorazioni con clienti diversi, saranno più lunghe e/o impegnative, quindi verrà richiesta una cifra maggiore. Ogni produzione è a sè stante.

10) Con i clienti ho un ottimo rapporto, diventano sempre miei amici!
Per quanto potrà sembrarvi poco carina questa cosa, il cliente DEVE restare un cliente! Con il cliente non si costruisce una relazione di amicizia. Non ci si scambia il numero privato di cellulare e non si esce la sera per andare a bere al pub. Ci può essere stima, ammirazione e rispetto, ma mai in nessun caso con il cliente si deve tenere un atteggiamento di amicizia; qualunque cliente dev'essere trattato come cliente e non come parente o amico. Il business e l'amicizia sono due rette parallele che quando s'incontrano, solitamente non portano miglioramenti alla dimensione lavorativa.

Come promesso eccovi i link Amazon, diretti ad alcune casse monitor che dovreste valutare seriamente.
Attenzione perchè in alcuni casi, i prezzi si riferiscono alla singola cassa.



        













Allestire uno studio di doppiaggio e sonorizzazione per film!

E' inutile girarci attorno, tutti noi bazzichiamo l'ambito audio principalmente per la passione per la produzione musicale; questo è innegabile! Molti di noi sin dalla prima adolescenza, oltre ad iniziare a sbavare per l'amichetta o amichetto di turno, avevano nel profondo del proprio cuore l'idea di vivere di musica; ci si immaginava così al comando del proprio studio di registrazione, attorniati da tanti clienti soddisfatti per il lavoro ed eternamente grati a noi stessi per aver fatto questa scelta! Dando seguito a questo sogno lucido, chi prima e chi dopo, abbiamo iniziato a comprare attrezzature varie che potessero metterci nelle condizioni di fare produzioni musicali e vivere di questo. Quelli di noi che hanno pensato bene che tra gli investimenti da fare ci fosse non solo l'acquisto della strumentazione musicale, ma anche l'investimento sulla formazione per la propria professionalità, sono ancora oggi seduti dietro un mixer ed un computer, più sorridenti di prima, tutti gli altri, molto probabilmente si sono scontrati con la dura  realtà "dell'improvvisato.." chiudendo dopo poco tempo.

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Ma le produzioni musicali non sono l'unica fonte di guadagno di uno studio di registrazione, home o professionale che sia. Esistono molti servizi altrettanto e/o più remunerativi del settore musicale, sempre di pertinenza di uno studio di produzione; loghi audio, progettazione di ambienti di produzione, editing avanzato sui file audio, la digitalizzazione e, non ultimo, il doppiaggio e la sonorizzazione dei film per tv e cinema.
Perchè è molto remunerativo? Semplice, nel settore video gira molto più capitale rispetto all'attuale produzione musicale, senza tenere conto dei tantissimi tipi di finanziamenti a fondo perduto, cui la produzione video può accedere. Per la produzione musicale c'è qualcosina, ma nulla di così eclatante, nè facilmente accessibile. In pratica se un artista vuol produrre il proprio brano musicale o il proprio album, deve inevitabilmente pagare di tasca propria qualunque cosa mentre; nel caso di progetti video può invece accedere a tantissimi finanziamenti. Nei film inoltre, c'è qualcosa di cui le produzioni musicali sono completamente a digiuno: gli sponsor!

Vi spiego un pò di cose e vi faccio alcuni esempi..
In ogni regione ci sono le così dette film commission le quali, se ritengono un film d'interesse culturale e/o promotore di tradizioni e folklore locale, finanziano lautamente la produzione. Per lautamente intendo proprio LAUTAMENTE e soprattutto a fondo perduto! Se vi soffermate a leggere i titoli di coda di un film, nel 95% dei casi troverete la dicitura "film realizzato con il contributo della film commission regione...".
Ma non finisce quì, c'è un altro ente, l'IMAIE, che partecipa alle spese per la produzione di un film, arrivando a finanziare parecchie migliaia di euro per giorno di set, per le riprese realizzate in esterna, oltre a sovvenzionare artisti e figure dello spettacolo. Ma la lista di chi contribuisce al film, continua ancora.
I comuni ad esempio possono essere interessati affinchè parte di un film si volga sul proprio territorio, perchè ciò solitamente favorisce lo sviluppo del turismo. Lo stesso vale per le regioni.
Mettiamo inoltre il caso che per esigenze di copione, il film preveda una scena in un ristorante.. Prendendo preventivamente accordi con una grossa catena di ristorazione che preveda di mettere in bella vista il nome di questa catena, la produzione guadagna anche dalla location. Al tavolo dei commensali seduti, non mancherà di certo l'acqua e/o una bevanda specifica, se anche in questo caso la produzione prende accordi con questa o quell'altra azienda produttrice, grazie ad altri accordi economico-pubblicitari, ecco entrare altri capitali per il film. E così via.. Fate caso al fatto che spessissimo in un film, la maggior parte delle automobili utilizzate nelle scene in esterna, sono tutte della stessa casa automobilistica. Oppure si trovano spesso e volentieri parcheggiate e ben illuminate, nelle scene chiave del film, accanto ai personaggi principali.
L'elenco potrebbe continuare ancora a lungo.. 
Quindi quando sentite che un film è costato qualche milione di euro, sappiate che nella maggior parte dei casi, questi soldi non sempre sono usciti dalle tasche del regista o del produttore esecutivo (o comunque non tutti!).

Andando dritti al sodo infine, uno studio di produzione, home o professionale che sia, per lo stesso periodo di tempo, lavorando all'audio di un prodotto video rispetto ad una produzione musicale, guadagna fino 10 volte di più rispetto ad una produzione musicale!
Dopo aver letto tutto questo, siete ancora dell'idea di fare soltanto produzioni musicali?
Dalla mia personale esperienza di oltre 25 anni nel settore professionale, occuparsi di sole produzioni musicali e tralasciare il settore dell'audio per il video, è commercialmente un errore imperdonabile!
Ragazzi, non mi sono svegliato l'altro giorno decidendo d'improvvisarvi dietro ad un computer; insegno 2 materie nel master d'Ingegneria del suono in Università e presso il mio studio di Roma, Pro Tools 12 e Doppiaggio film e ciò che vi dico è la realtà oggettiva dei fatti.

Una buona notizia!
Senza troppo tergiversare vi dico subito che realizzare uno studio di doppiaggio e sonorizzazione film è di gran lunga più economico che realizzare uno studio per la produzione musicale.

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Ma cosa serve per realizzare uno studio di doppiaggio e sonorizzazione film?
Analizziamo bene nel dettaglio gli ambienti e la strumentazione che serve per affrontare un lavoro per film e cartoni.

Software (daw)
Ragazzacci, è inutile ormai che vi dica che in ASSOLUTO in questo settore Avid Pro Tools 12 la fa da padrone! Se non volete avere vita professionale breve, dotare il proprio studio di registrazione della daw più richiesta in questo settore dalla clientela professionale, è una delle poche cose sensate che potete e dovete fare.
E' il più intuitivo da usare? No!
E' il più fico graficamente? No!
E' il più diffuso in contesti home? No!
Va d'accordo con tutte le schede audio? No!
Ma si fa apprezzare per la qualità di registrazione senza paragoni, l'editing rapido, la qualità d'esportazione, la gestione del midi e soprattutto è il più richiesto dalla clientela professionale. Questo anche perchè Pro Tools che piaccia o meno, è il linguaggio comune in tutti gli studi di doppiaggio del mondo! In tal senso, l'interscambiabilità delle sessioni di lavoro tra diversi studi di doppiaggio, è un requisito fondamentale per le lavorazioni; molto spesso infatti, le sessioni di lavoro  per esigenze di produzione, fanno il giro di diversi studi per poi magari tornare da noi. Se il nostro studio utilizza un'altra daw, tutto questo ce lo possiamo scordare.

Hardware
Oltre a dotare il nostro studio di una valida scheda audio con pre-amplificatori silenziosi ed affamati di gain, il microfono a condensatore è l'elemento cruciale che può fare davvero la differenza sulle voci o sui rumori che registriamo sulla nostra daw. In contesti di doppiaggio si utilizza normalmente un microfono a condensatore con diagramma polare cardioide (frontale); in tal senso sono un must microfoni come il Neumann u87i o il TLM 149; strumenti che, proprio perchè di ottima qualità, prevedono un investimento economico che oscilla dai 1500 Euro ai quasi 3000. Nel caso in cui voi vi stiate avvicinando per la prima volta a questo meraviglioso settore lavorativo, potrebbero essere cifre che vi creerebbero qualche difficoltà. In tal senso vi dico sinceramente che potreste anche cominciare con un più economico e dignitosissimo Rode NT2A (circa 250 Euro compreso supporto e filtro anti-pop) piuttosto che un Behringer B-1 (prezzo circa 80 Euro). Come sempre a fine articolo vi inserirò dei link diretti Amazon, a prodotti che vi consiglio assolutamente di acquistare.

Video
Per comodità vi consiglio di utilizzare almeno 3 video; 2 per la regia ed un per l'area di ripresa vocale.
Grazie ai 2 video in regia, potrete visualizzare Pro Tools su uno ed il filmato sull'altro. Il 3° video va collocato nell'area di ripresa vocale e sostanzialmente servirà al doppiatore per visualizzare le scene da doppiare.

Ambienti
Per quanto concerne gli ambienti, vi consiglio caldamente di applicare del materiale fono-assorbente nell'area destinata alla ripresa vocale per eliminare il più possibile le riverberazioni ambientali indesiderate ed ottenere una voce asciutta e profonda. Nel caso in cui siate impossibilitati ad applicare alle pareti questi materiali, potete utilizzare un "reflection filter" che altro non è che un pannello fono-assorbente montato su un telaietto rigido, che viene applicato alle spalle del microfono.

Come promesso, a seguire trovate i link diretti ai prodotti Amazon che potrebbero davvero esservi utili!


       













EMI: dal 1887 tutta la discografia mondiale passa da qui!

Se state leggendo questo articolo in questo blog, sicuramente siete amanti della musica; magari siete dei producers sotto contratto che hanno già pubblicato qualche produzione con questa o quell'altra etichetta, felici per il contrattino che segna l'inizio di quello che potrebbe essere uno sfavillante futuro nel mondo della musica. Il mondo della musica è cambiato tantissimo nell'ultimo secolo; innanzitutto si è passati dalle produzioni assolutamente monofoniche a quelle stereofoniche, poi è nato e si è consolidato il fenomeno rock, ed infine si è passati dai dischi classici ai compact disc, fino ad arrivare ad oggi alla cosidetta musica intangibile, con le fruizioni digitali in streaming. In tutte queste c'è di mezzo la EMI! La EMI, Electric and Musical Industry, è la più grande casa discografica del mondo; grazie a questa importantissima realtà del panorama musicale, sono arrivati a noi gruppi e solisti come i Beatles, Queen, Pink Floyd, Genesis, Ben Harper, ma anche i nostri Vasco Rossi e Franco Battiato, solo per citarne alcuni tra i tanti. Il fenomeno EMI inizia nel lontanissimo 1887, con l'apertura della Gramophone Company di Londra, alla quale già solo dopo pochi mesi seguirono le aperture in altri paesi del mondo, tra cui la sede italiana.

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Nel 1931, grazie agli studi dell'ingegnere del suono Alan Blumlein alle dipendenze di EMI, si iniziò a parlare seriamente di stereofonia; fu proprio lui a riprendere per la prima volta in stereofonia la London Sinphony Orchestra intenta nell'esecuzione dell'opera N.41 di Mozart. Tutto questo si svolgeva nel 1933 presso quelli studi che sarebbero divenuti famosi nel mondo come gli Abbey Road Studios; inaugurati il 12 Novembre del 1931.
Sì, perchè quegli studi lì.. quelli divenuti famosi al grande pubblico mondiale grazie alle registrazioni che i Beatles fecero tra il 1962 e il 1969, erano anch'essi di proprietà EMI! Presso gli Abbey Road Studios i Beatles incisero il 90% dei loro album, uno dei quali prese il nome, proprio da quegli studios. Sempre presso questi studios, nel 1958 viene registrato e successivamente distribuito il primo  lavoro discografico stereofonico; si trattava dell'artista Cliff Richard. Nel 1966 La EMI aprì la prima sede italiana, divenuta nel 2013 EMI Records Italy s.r.l. Ma la storia di questa grandissima casa discografica non fu sempre rose e fiori. L'avvento del digitale la trovo impreparata non riuscendo a stare al passo con i tempi, la EMI iniziò dal 1996 un lento ed inesorabile declino, dal quale si spera possa uscirne. Dal 2004, anno in cui l'avvento della fruizione della musica digitale legalizzata iniziò a prendere piede  in tutto il mondo anche grazie a portali come iTunes Music Store ed alla ormai sempre maggiore diffusione dei lettori mp3, la EMI ne uscì malconcia. Basti pensare che nel 2007 (con estremo ritardo) la casa discografica aveva digitalizzato solamente il 30% dei propri prodotti e come se ciò non bastasse, non aveva ancora nessun accordo con i network di diffusione digitale.
Tutt'oggi la EMI, pur restando una grandissima realtà musicale di livello mondiale, non naviga nelle ottime acque d'un tempo.

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Guida alla scelta del midi controller

Qualunque genere di musica voi produciate e qualunque daw voi utilizziate, di sicuro nel vostro setup hardware non potrà mancare uno o più midi controller. Ormai gran parte della musica si produce utilizzando strumenti virtuali; economici ed ormai di qualità indiscussa; ma come possiamo suonarli considerando proprio la loro natura virtuale che di fatto li rende intangibili? Con il mouse? Naaaaa... la vedo molto dura..
In tal senso un hardware che potrà sicuramente permetterci di suonare gli strumenti virtuali (e non solo), senza farci rimpiangere troppo il classico strumento a tastiera, è proprio il midi controller. Ma ricordate sempre ragazzi che anche il miglior midi controller, senza la giusta competenza non farà di voi nè un professionista, nè un producer provetto!

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Cos'è il midi controller?
E' sostanzialmente uno strumento hardware che non emette suoni, bensì invia segnali midi che, riconosciuti dai nostri strumenti virtuali, ci permettono di suonare e dare espressività alla nostra musica. E' solamente uno strumento "muto" con il quale possiamo controllare tramite messaggi midi  (da qui il nome..) di un qualunque strumento, virtuale ma anche hardware, in grado di decodificare questi specifici messaggi. Il midi non è un linguaggio di comunicazione tra strumenti musicali, di nuova concezione; tutt'altro! E' un protocollo di comunicazione vecchio di quasi 40 anni, risalente ai primi anni '80 e da allora rimasto praticamente tale e quale, con pro e contro. Di questo argomento ne ho parlato in un altro articolo del blog, Cliccate qui per leggerlo.
Per collegare un midi controller al nostro computer, basta semplicemente utilizzare la connessione USB di cui ormai sono dotati praticamente tutti i tipi di midi controller; sia il computer che la nostra daw lo riconosceranno immediatamente come periferica midi e potremo immediatamente utilizzarlo per suonare e comandare qualunque strumento. Il cavo di connessione utilizzato è lo stesso di una comune stampante; in ogni caso sulla maggior parte dei controller midi sono presenti anche le connessioni midi necessarie all'invio dei messaggi (MIDI OUT).

Quale midi controller scegliere per il mio setup?
I produttori di midi controller, tra i quali spiccano Native Instruments, M-Audio, Novation, Behringer, Akai, Korg, Arturia (ma vi assicuro che potrei continuare ancora a lungo..), per andare incontro alle necessità artistiche dei singoli producer professionisti, si sono sbizzarriti sia nelle forme che nelle diversità di potenziale, di questi ormai diffusissimi e fondamentali ausilii del musicista moderno.
Per comodità di classificazione, potremmo suddividere i midi controller in 3 grandi macro-categorie; e cioè:
1) Midi controller per daw (superfici di controllo)
2) Midi controller a tastiera
3) Midi controller dotati di pad

Superfici di controllo per le daw
A seconda del software principale che utilizziamo nel nostro studio di registrazione (Pro Tools, Ableton Live, Cubase, Logic Pro, ecc..) per sveltire le operazioni di registrazione, editing, mixaggio, ecc.. sarebbe opportuno dotarci di una valida superficie di controllo. Questo strumento infatti è studiato per sfruttare al massimo le potenzialità principali e le funzionalità più utilizzate della nostra daw preferita. Alcune superfici di controllo sono specifiche per una sola daw, altre superfici invece utilizzano mappature diverse che le rendono di fatto riconosciute dai diversi sistemi di produzione musicale e quindi perfettamente utilizzabili con più daw. 

Midi controller a tastiera (Master keyboard)
Progettate con la logica di utilizzo di una qualunque tastiera musicale, questi midi controller sono senz'altro i preferiti di chi ha un approccio musicale più tradizionale, legato ad un'impostazione certamente "tastieristica" (passatemi il termine..) come me. A seconda dello spazio disponibile sul nostro piano di lavoro, possiamo scegliere tra midi controller dotati di tasti con passo più o meno grande, ma comunque sempre perfettamente utilizzabili nelle esecuzioni strumentali. Naturalmente è fuor di dubbio che utilizzare una master keyboard dotata di tastiera con passo standard, significherebbe avere una maggiore comodità di esecuzione. Detto questo, personalmente nel mio studio utilizzo diversi tipi di midi controller che, a seconda del cliente o del momento di produzione, alterno.

Midi controller dotati di pad
Sono controller midi con i quali è possibile suonare sia strumenti musicali virtuali che hardware allo stesso modo di come si fa con le master keyboard ma, al contrario di quest'ultime, i tasti non sono organizzati e disposti come in una normale tastiera musicale, bensì sono costituiti dei "quadratoni gommosi" (pads appunto..) il più delle volte retro illuminati. Molto spesso utilizzati per la programmazione di parti ritmiche, sono le superfici di controllo maggiormente utilizzate da quei producer che non hanno un background musicale di tipo tastieristico e quindi si trovano più a loro agio con questo tipo di controller.
Personalmente non li adoro particolarmente, perchè avendo un approccio più classico allo strumento ed alla produzione musicale, mi viene innaturale suonare le sequenze che ho in mente, slegandole dall'approccio tastieristico.

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Conlcusioni
Questo articolo vuole essere soltanto un escursus chiarificatore su cos'è un midi controller e quali differenze ci siano tra un tipo e l'altro. Avrete capito quindi che la scelta di uno o l'altro midi controller è una scelta assolutamente personale. Non c'è un tipo di midi controller migliore o peggiore di un altro, al di là della qualità dei materiali utilizzati per la costruzione e dell'ingegnerizzazione alla base del prodotto, il miglior midi controller è quello con cui si riesce a produrre musica più comodamente. Quello con cui ho il miglior feel tattile nel momento in cui lo utilizzo; quello con cui mi trovo più a mio agio e che riesce meglio ad integrarsi nel mio setup di produzione musicale.
A seguire troverete i link diretti di alcuni prodotti interessanti che vi consiglio di acquistare (Amazon è in assoluto l'e-commerce che vi da più garanzie!) quindi..
Buoni acquisti!


    

Microfonazioni stereofoniche

Non sempre per registrare al meglio uno strumento musicale, si utilizza un solo microfono, anzi!
Per ottenere il massimo in termini di acquisizione dell'espressività di uno strumento o addirittura di un insieme di strumenti musicali, si rende necessario l'utilizzo di specifiche tecniche di registrazione audio, che, a seconda del contesto e del risultato finale desiderato, possono differire molto tra loro in termini di caratteristiche microfoniche e posizionamento. Stiamo parlando delle registrazioni stereofoniche!  Fino alla fine degli anni '20 non esistevano nemmeno le tracce di sperimentazioni in campo stereofonico; e fino alla fine degli anni '60, per il grande pubblico esisteva soltanto la monofonia. Si avete capito bene, tutte le produzioni musicali erano assolutamente mono. La stereofonia era praticamente qualcosa di sconosciuto ai più!

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Grazie ad un giovane ingegnere del suono della EMI, Alan Dower Blumlein, si devono i primi veri studi sulla stereofonia che successivamente porteranno alle prime produzioni stereofoniche. Il primo film stereofonico che realizzò, fu quello di un treno a vapore che passava sui binari il cui suono si spostava da destra verso sinistra; con grande entusiasmo del pubblico in sala. Se non volete perdere questo adrenalinico filmato,  cliccate su questo link. Blumlein nella sua cariera sperimentò diverse tecniche di riprese stereofoniche (tra le tante quella che prende il suo nome tutt'ora regolarmente utilizzata) ed altrettanti sistemi di riproduzione stereofonica multicanale. Il primo disco stereofonico in assoluto, è stato registrato nel 1933; l'anno successivo realizzò la ripresa stereo dell'Orchestra Filarmonica di Londra, intenta nell'esecuzione della sinfonia N.41 di Mozart. Tutto ciò negli studi che saranno successivamente conosciuti con il nome di Abbey Road Studios. Ma come sempre non mi dilungherei troppo in chiacchiere ed andrei dritto al sodo!

Cosa significa microfonazione stereofonica?
Questo tipo di registrazione prevede l'utilizzo di un minimo di 2 microfoni e permette di riportare su un sistema d'ascolto stereo, l'immagine spaziale di un contesto registrato. In questo modo l'ascoltatore potrà percepire la distribuzione del segnale audio su tutto lo spettro stereofonico (da sinistra a destra, passando per il centro d'ascolto), fruendo di un'esperienza d'ascolto più completa e dettagliata rispetto al semplice ascolto monofonico.

Quando e perchè utilizzarle
Facciamo un esempio: se desidero registrare uno strumento musicale come la chitarra acustica, con maggior dettaglio e ricchezza timbrica, posso utilizzare una microfonazione stereofonica che, oltre a donarmi una 
Vediamo adesso alcune tra le tecniche di ripresa stereofoniche più conosciute.


X-Y
Prevede l'utilizzo di 2 microfoni con identici, con diagramma polare cardioide; l'angolo d'incidenza delle capsule microfoniche dev'essere compreso tra 90° e 120°.
E' la tecnica più semplice e più utilizzata anche in contesti broadcast.




A-B (microfoni paralleli)

Anche in questo caso i 2 microfoni devono avere un diagramma polare cardioide; devono essere disposti parallelamente tra di loro e la distanza tra un microfono e l'altro può variare da circa 10 cm. a diversi metri, in funzione del contesto da registrare.


Mid-Side
In questa particolare tipologia di ripresa stereofonica, i microfoni devo necessariamente diagramma polare differente. Innanzitutto il microfono che punta la sorgente musicale deve avere un diagramma polare cardioide; l'altro microfono deve avere un pattern polare figura a 8.
Successivamente, una volta registrato il suono sulla nostra daw, grazie ad un procedimento di matrice M/S, è possibile gestire la quantità di presenza stereofonica del segnale registrato.


Blumlein
Per questa tecnica si utilizzano 2 microfoni, entrambi con diagrammi polari figura a 8; il posizionamento dei 2 microfoni dev'essere fatto in maniera tale da che le capsule dei due microfoni incrocino i 2 pattern polari coprendo l'un l'altro gli angoli ciechi di ripresa.




ORTF
Il nome è l'acronimo del nome dell'organizzazione televisiva francesce, Organization Radio Television Francaise; questa tecnica di ripresa prevede l'utilizzo di 2 microfoni a condensatore aventi diagramma polare cardioide posti ad una distanza di 17 cm. tra loro, con angolazione pari a 110°.
Questa tecnica stereofonica a capsule non coincidenti, tende a riprodurre il punto d'ascolto che avrebbe una persona, rispetto alla fonte d'emissione sonora.

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Cos'è il MIDI? Spieghiamolo semplicemente!

Gli immancabili cenni storici..
All'inizio degli anni '80, due progettisti della Sequencial Circuit (SCi), Dave Smith e Chet Wood, presentarono le prime specifiche di quello che sarebbe diventato il protocollo di comunicazione tra strumenti musicali, più utilizzato fino ad oggi: il MIDI.
Il termine MIDI è l'acronimo di Music Instruments Digital Interface, che significa semplicemente interfaccia digitale per strumenti musicali. Era quella la risposta alla necessità di far dialogare tra loro, strumenti musicali diversi, tenendo in considerazione le differenti caratteristche di ognuno di loro. Sebbene già all'epoca alcuni produttori offrivano interfacce di comunicazioni tra strumenti musicali, come Roland e Oberheim, questi sistemi si rivelavano abbastanza limitati poichè si trattava di interfacce proprietarie; gli stumenti musicali infatti, potevano soltanto scambiare informazioni con prodotti della stessa casa produttrice. Con il MIDI le cose stavano per cambiare; prodotti di aziende diverse, avrebbero potuto da adesso, scambiarsi informazioni comuni. Una vera rivoluzione! Grazie al contributo dato da molte aziende interessate (Roland,Yamaha e Kawai furono le prime ad aderire), nel 1983 vi fu la prima release ufficiale del protocollo MIDI.

Quindi cosa posso fare con il MIDI?
Nel caso più banale è possibile collegare più sintetizzatori tra loro, sincronizzandoli alla perfezione. Ad esempio potremmo sincronizzare il sequencer on board su un synth, con gli LFO di un altro sintetizzatore, in modo da poterli integrare creando sequenze e modulazioni complesse, intrecciate tra loro.

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Interfaccia e connessioni
L'hardware per connettere e sincronizzare più strumenti musicali, prevede una scheda montata solitamente on board; questa interfaccia prevede normalmente fra 1 a 3 connessioni, che nello specifico sono:
MIDI IN, MIDI OUT e MIDI THRU

MIDI IN
E' la connessione che permette allo strumento di ricevere da un altro strumento, un midi controller, un sintetizzatore o un sequencer (hardware o daw), gli eventi midi. Ad esempio è possibile acquistare un sintetizzatore in formato rack o desktop, al quale ci si può connettere utilizzando l'ingresso midi. In questo modo premendo i tasti del midi controller, il synth emetterà le note corrispondenti. La connessione sarebbe:
MIDI OUT (del midi controller) --> MIDI IN del sintetizzatore.

MIDI OUT
Questa porta serve ad inviare ad uno strumento musicale o un sequencer, specifici eventi midi.
Nell'esempio di prima, il midi controller inviava dall'uscita MIDI OUT, i messaggi di nota al sintetizzatore connesso con la porta MIDI IN.

MIDI THRU
Grazie a questa particolare porta midi, possiamo collegare tra loro più strumenti musicali in cascata. Il MIDI THRU è sotanzialmente un'uscita midi che duplica i messaggi midi ricevuti in ingresso dalla porta MIDI IN.
Un esempio di connessione midi in cascata, può essere la seguente:
MIDI OUT synth 1 --> MIDI IN synth 2 ---> MIDI THRU synth 2 --> MIDI IN synth 3

In questo articolo ho cercato di andare al sodo e non dilungarmi in tutto ciò che non fosse utile e chiarificatore per chi si avvicina per la prima volta al mondo della produzione musicale.

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