Come funzionano i sintetizzatori?

Se produci musica elettronica, house, edm, techno, hip hop, trap e direi anche pop.. (ma la lista dei generi potrebbe continuare..) i sintetizzatori sono certamente tra quegli strumenti musicali che avrai la necessità di utilizzare. Ma bada bene, per "utilizzare" non intendo saper scegliere un patch dalla lista dei preset, intendo proprio essere in grado di programmare queste macchine così meravigliose e spesso così poco intuitive.

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La diffusione di questi strumenti musicali si deve certamente in buona parte ad alcuni gruppi musicali e personaggi che, dalla fine degli anni '60, mentre tante ragazzine pseudo-hippy si trappavano i capelli nelle prime file di gruppi come i Beatles, ponevano salde fondamenta per l'attuale musica elettronica. Sto parlando dei Kraftwerk, letteralmente "Centrale elettrica", che nella loro patria berlinese, con il vecchio nome di "Neu!"  (Nuovo) con la loro musica stupivano un intera generazione con sonorità e ritmiche mai sentite fino a quel momento. Successivamente, Jean Michael Jarre con la sua musica incredibile, spostò l'attenzione sulla Francia addolcendo le sonorità, conquistando le grandi masse con un genere musicale elettronico più orecchiabile.
Anche Vangelis fece la sua parte, anch'egli in maniera garbata ma decisa. E lo fece nel migliore dei modi! Tanto che la Barilla, la principale produttrice di pasta e prodotti di consumo alimentare al mondo, scelse uno dei suoi brani come colonna sonora di uno spot che negli anno '80 fu legato indissolubilmente al brand italiano.

Si ok! Ma qual'è la logica di funzionamento?
Ci sono diversi tipi di sintetizzatori; per semplicità parlaremo in questa sede dei sintetizzatori a sintesi sottrattiva, i più diffusi.
Il sintetizzatore (synth) è uno strumento che sintetizza, cioè produce il suono, grazie all'implementazione ed al lavoro di diversi moduli. Il percorso del segnale audio dalla sintesi all'uscita finale, ha un percorso specifico che, in alcuni casi, può essere modificabile ma sostanzialmente resta quello.
Ecco a seguire il percorso con i vari moduli:
Oscillatori --> Mixer --> Filtro --> ADSR --> Effetti -->Out
Ci sono inoltre gli LFO.
Andiamo adesso a conoscere più nel dettaglio i diversi moduli del synth.

Oscillatori (VCO)
Sono quei moduli che generano le forme d'onda che successivamente verranno elaborate. E' qui che nasce il suono grezzo di ciò che alla fine diverrà un timbro meraviglioso. Ogni sintetizzatore può disporre di uno o più oscillatori; in linea di massima un buon synth dispone almeno di 2-3 di questi moduli.

Mixer
In quest'area del synth possiamo controllare l'ampiezza delle forme d'onda generate dagli oscillatori. In pratica è un modulo costituito da diversi controlli di volume, uno per ogni oscillatore. possiamo così creare un equilibrio tra il suono delle diverse forme d'onda generate dagli oscillatori oppure dare priorità ad un oscillatore sugli altri.

Filtro (VCF)
Normalmente un filtro passa basse (detto anche taglia alte) è il modulo che permette di alterare il suono delle forme d'onda eliminando determinate frequenze.  I più utilizzati sono i filtri Ladder e Steiner Parker. Alcuni sintetizzatori come l'Arturia MatrixBrute, li hanno entrambi.
Tra i controlli principali di un filtro cut off troviamo: Frequenza e Risonanza (detta anche picco).
Diciamo pure che il filtro è il modulo più caratterizzante di un sintetizzatore! Non esiste sintetizzatore senza un modulo di filtraggio; diversamente, avremmo soltanto un citofono molto costoso!

ADSR
E' il modulo con il quale è possibile modificare l'inviluppo del segnale audio generato dagli oscillatori; come anche  l'inviluppo di un filtro. Per inviluppo s'intende come il suono o il comportamento di un modulo, si modifica nel tempo.
IADSR è l'acronimo di:
Attack, Decay, Sustain, Release.
Per chiarire meglio le idee a chi si è avvicinato da poco ai sintetizzatori, a seguire potrete vedere la video-lezione sui moduli ADSR, estrapolata dal corso on-line per Tecnico del suono e Pro Tools 12.




Effetti on board
Premetto che non tutti i sintetizzatori (neanche quelli più costosi), possono essere dotati della sezione di effetto. Certamente è indiscutibile il fatto che, l'applicazione di un riverbero, un delay o un chorus al suono generato da un synth, è in grado di portare quel valore aggiunto sul timbro finale, che può fare davvero la differenza.

Out
E' difatto l'ultimo stadio del sintetizzatore; con questo modulo possiamo semplicemente gestire il volume d'uscita del timbro generato dal sintetizzatore.

LFO (Low Frequency Oscillator)
Come suggerisce il nome sono oscillatori a bassa frequenza (quindi non in banda udibile - cioè sotto i 20Hz), che è possibile attribuire a determinati parametri del sintetizzatore. Ad esempio possiamo attribuire un LFO al valore frequenza di un filtro, in modo da movimentare il timbro grazie al l'oscillazione continua in frequenza (alcuni settabili con valori di BPM) che questo farà al secondo.

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